Se a novembre i californiani diranno Sì alla legalizzazione della cannabis, le disastrate casse dello Stato trarranno beneficio dalle imposte sulla vendita, pur considerando il prezzo inferiore, non più gravato dai vari passaggi di mano e dai rischi del mercato nero. Uno studio del "pensatoio" statunitense Rand calcola l'80% in meno. Per Proposition 19 il valore reale della cannabis è di 50 dollari a oncia (1,30 euro al grammo), sufficienti a far incassare 1,4 miliardi di dollari all'anno, indica Board of Equalization and Taxation che riscuote le imposte su alcol tabacco e benzina.
Ma sono cifre controverse, dice Philip Cook della Duke University nel North Carolina, e anche l'ultimo studio di Rand sottolinea l'incertezza di questo tipo di valutazioni. Le entrate fiscali potrebbero discostarsi molto da quell'1,4 miliardi -in più o in meno- giacché il calcolo si basa su troppe incognite. Di quanto, nell'immediato, salirebbe la domanda di cannabis qualora fosse legale? Quanti soldi dovrebbe investire lo Stato in prevenzione e controllo? Quanto sarebbe il peso degli home grower (coloro che coltivano la cannabis in casa propria)? Sono tutte domande che avranno una risposta solo se i cittadini approveranno il referendum e con la legge operativa. "La California potrebbe diventare un grande terreno di studio", dice Cook.
Gli attivisti californiani hanno dalla loro vari economisti. Già il premio Nobel Milton Friedman sosteneva la legalizzazione delle droghe in generale. "Il proibizionismo sulle droghe altro non è che un aiuto statale ai cartelli criminali", spiegava l'economista alla Neue Zuercher Zeitung negli anni novanta. L'iniziativa californiana non si spinge a tanto: riguarda solo la cannabis; prevede l'età minima di 21 anni; le imposte dovrebbero finanziare il sistema sanitario e l'informazione; toccherebbe ai Comuni autorizzare i coffee shop.
Al di qua dell'Atlantico ci sono già esperienze di questo tipo; in Olanda i coffee shop hanno una trentina d'anni. A fine mese, su Amsterdam Law Forum della Vrijen Universiteit apparirà un articolo di Martijn Boermans che approfondisce gli aspetti economici della legalizzazione della cannabis. Accanto alle entrate fiscali, Boermans vede un altro vantaggio: la legalizzazione tiene separato il mercato delle droghe. "Lo spacciatore non vende solo droghe leggere, ma anche pesanti". In Olanda il consumo legale di cannabis ha fatto diminuire l'uso delle droghe pesanti. Una conferma viene dall'Osservatorio europeo sulle droghe, che segnala un numero di morti per droga decisamente inferiore alla media europea. Va detto però che i giovani olandesi assumono più spesso ecstasy ed allucinogeni dei loro coetanei dei Paesi vicini. Tornando alle imposte, il ministero delle Finanze parla di entrate per 450 milioni di euro all'anno, grazie anche al contributo dei turisti stranieri cui si attribuisce uno spinello su due.
In Germania la legalizzazione della cannabis farebbe incassare al Fisco 900 milioni di euro all'anno, indicano le stime di suddeutsche.de: il doppio dello spumante. Ma anche qui è difficile dire quanto rimarrebbe allo Stato una volta dedotte le spese per il controllo, la prevenzione e la sanità. Ci sarebbe però da calcolare anche l'Iva e le imposte generate dai nuovi posti di lavoro nei coffee shop. Però al ministero delle Finanze tedesco tutto il ragionamento appare una sciocchezza. Un suo portavoce spiega che la legalizzazione riguarda la politica sanitaria e giudiziaria, e ben poco il fisco. "Gli aspetti fiscali non hanno nessun ruolo".
FONTE: http://droghe.aduc.it/articolo/legalizzare+cannabis+aspetti+economici_18242.php
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