domenica 9 maggio 2010

La parola 'tossicodipendente' incentiva atteggiamenti stigmatizzanti, lo conferma uno studio fatto in USA


Una interessante ricerca condotta da due psichiatri del Massachusetts General Hospital di Boston, pubblicata sulla rivista International Journal of Drug Policy, rivela come la terminologia utilizzata in riferimento a persone con problemi di tossicodipendenza riesca ad influenzare l’atteggiamento, anche di medici professionisti. Ad esempio, riferirsi a un individuo come "tossicodipendente", invece di "persona con disturbo da uso di sostanze", evoca giudizi diversi sull’autoregolamentazione comportamentale (scelta o impulso incontrollabile), sulla colpevolezza, sulla minaccia sociale e sui provvedimenti da prendere di tipo legale o terapeutico.
L’indagine ha coinvolto circa 700 medici di salute mentale a cui è stato proposto un breve questionario con una vignetta che utilizzava una delle due terminologie, e una serie di affermazioni rispetto alle quali esprimere la propria opinione. Gli items indagavano come veniva percepito il problema tossicodipendenza e le cause, se il protagonista era percepito come una minaccia sociale in grado di controllare l’uso della sostanza, e se dovesse ricevere un intervento punitivo o terapeutico. I risultati rivelano che i soggetti assegnati alla vignetta con la persona “tossicodipendente” si mostravano d’accordo nel ritenere il personaggio responsabile della propria condizione e, quindi, favorevoli a prendere misure d’azione punitive nei loro confronti. Pertanto, anche tra i professionisti altamente qualificati, l'esposizione a questi due diversi termini comunemente usati può evocare giudizi diversi, e il termine comunemente usato "tossicodipendente" può perpetuare atteggiamenti stigmatizzanti.

Fonte: ADUC.IT E PUBMED.ORG

mercoledì 5 maggio 2010

Storie di proibizionismo, bimba brasiliana va alla materna con 83 dosi di crack nello zainetto

Ottantatre dosi di crack: e' quanto i maestri di un asilo hanno trovato nello zainetto di una bambina di 4 anni nella citta' brasiliana di Piracicaba, vicino a San Paolo. Lo ha reso noto la polizia, precisando che tutto e' stato scoperto quando la piccola ha mostrato ai suoi compagni di classe la droga spiegando che si trattava di ''farina'' che la madre aveva in casa. Subito dopo, hanno raccontato i media locali, nell'asilo si sono presentati per recuperare la droga due uomini che hanno minacciato i maestri e gli impiegati, chiedendo loro di non dire nulla alla polizia. La madre della bimba, una domestica di 22 anni, e' stata poco dopo arrestata e portata in un carcere femminile di Piracicaba, mentre della bambina si occupa la magistratura. Secondo le autorita' giudiziarie, la donna faceva parte di un gruppo di trafficanti che vendeva la droga nei quartieri piu' poveri della citta'.


Fonte: www.aduc.it