giovedì 28 ottobre 2010

POSTCARDEN: la cartolina che si annaffia, un'idea geniale!!

Come funziona? Una volta aperto, il bigliettino si trasforma: diventa uno scenario (si può sceglier tra tre diversi) in 3D in cui è possibile piantare dei semi, contenuti nella stessa confezione. Seguendo le istruzioni, molto semplici, che richiedono solo un poco d’acqua e un ambiente luminoso e caldo, dopo alcuni giorni si avrà un piccolo grazioso giardino che potrà durare fino a due settimane!

Tutte le informazioni qui : http://www.postcarden.com/



LA SEGNALAZIONE DI ALTROCONSUMO SUL MIRACOLOSO PRODOTTO: IL SUCCO DI MANGOSTANO PRODOTTO DA XANGO

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Alla larga da Xango, succo di mangostano

Riceviamo molte segnalazioni su questo “miracoloso” succo tropicale reperibile su internet e vi diciamo: non cascateci. Per almeno due buoni motivi: non ci sono prove sulle sue capacità terapeutiche e le modalità di vendita sono di tipo piramidale.

Poche certezze, molti soldi
Si chiama Xango e promette miracoli. Ma non li fa, e nel frattempo svuota il portafoglio. Questo succo di un frutto tropicale, il mangostano, presentato come un toccasana per prevenire e curare tantissime malattie, dall’asma, al Parkinson, ha suscitato la curiosità di molti navigatori della rete (si acquista solo tramite registrazione al sito del produttore) e anche la nostra. L’abbiamo studiato a fondo: ora vi diciamo perché dovete starci alla larga.

Non ci sono prove scientifiche valide
Da un punto di vista scientifico, non esistono studi che dimostrino le capacità terapeutiche vantate da questo prodotto. Che infatti non è un farmaco. Il succo di mangostano, come molti altri prodotti di origine vegetale, può tutt’al più avere al suo interno una buona quantità di sostanze antiossidanti. Da qui a dire che queste sostanze siano in grado di guarire malattie importanti ce ne passa. Non per niente, la società distributrice di Xango, che vende questo succo da alcuni anni anche negli Stati Uniti, nel 2006 è stata ammonita dalla Food and drug administration proprio perché lo distribuisce e pubblicizza come se fosse un medicinale, contravvenendo alle norme americane.

Si entra in un "club" da cui è difficile uscire
La modalità di vendita del succo di mangostano è ambigua e riconducibile alle vendite piramidali. In sintesi, per acquistare Xango bisogna registrarsi al sito: questa registrazione comporta l’iscrizione come “incaricato” o “cliente preferito”. Di fatto si diventa automaticamente venditore, si paga una “quota associativa” di 34 euro e si acconsente a ricevere una fornitura mensile del prodotto con addebito automatico (come minimo 115 euro più le spese di spedizione). Insomma, una tecnica di vendita per spremere fino all’ultimo liquido. Dal portafoglio di chi ci casca.

La nostra segnalazione
Per tutte queste ragioni abbiamo presentato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato una denuncia per pubblicità ingannevole e per pratica commerciale scorretta contro il prodotto Xango.

da CACAO - notiziario di buone notizie comiche

Tecnologie: il futuro e' ora!

Tocky

E' arrivata in commercio Tocky, una radiosveglia robotica che dopo averti svegliato salta giu' dal comodino. Puo' fare balzi fino a un metro di altezza e per spegnerla si e' costretti ad alzarsi.
Costa 69 dollari ma danno in omaggio una mazza da baseball.

Indice di Percezione della Corruzione

Indice Percezione Corruzione

Transparency International (TI) ha pubblicato il rapporto 2010 sulla “percezione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni” di tutto il mondo.
Se abbiamo ben capito l'IPC viene calcolato analizzando le notizie dei media sui fatti di corruzione.
Quest'anno l'Italia perde punti, piazzandosi al 67.mo posto della classifica (178 i Paesi esaminati).
E' il peggior dato registrato dal 1997 ad oggi, siamo davanti alla Georgia ma dietro al Ruanda, alla Croazia, alla Macedonia, al Ghana e alle isole Samoa.
Gli Stati Uniti scendono al 22.mo posto, per la prima volta non sono nei primi 20, mentre primeggiano Danimarca, Nuova Zelanda, Singapore, Finlandia e Svezia.
(Fonte: Ansa)



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CANAPA: GLI ASPETTI ECONOMICI DELLA LEGALIZZAZIONE

Se a novembre i californiani diranno Sì alla legalizzazione della cannabis, le disastrate casse dello Stato trarranno beneficio dalle imposte sulla vendita, pur considerando il prezzo inferiore, non più gravato dai vari passaggi di mano e dai rischi del mercato nero. Uno studio del "pensatoio" statunitense Rand calcola l'80% in meno. Per Proposition 19 il valore reale della cannabis è di 50 dollari a oncia (1,30 euro al grammo), sufficienti a far incassare 1,4 miliardi di dollari all'anno, indica Board of Equalization and Taxation che riscuote le imposte su alcol tabacco e benzina.
Ma sono cifre controverse, dice Philip Cook della Duke University nel North Carolina, e anche l'ultimo studio di Rand sottolinea l'incertezza di questo tipo di valutazioni. Le entrate fiscali potrebbero discostarsi molto da quell'1,4 miliardi -in più o in meno- giacché il calcolo si basa su troppe incognite. Di quanto, nell'immediato, salirebbe la domanda di cannabis qualora fosse legale? Quanti soldi dovrebbe investire lo Stato in prevenzione e controllo? Quanto sarebbe il peso degli home grower (coloro che coltivano la cannabis in casa propria)? Sono tutte domande che avranno una risposta solo se i cittadini approveranno il referendum e con la legge operativa. "La California potrebbe diventare un grande terreno di studio", dice Cook.
Gli attivisti californiani hanno dalla loro vari economisti. Già il premio Nobel Milton Friedman sosteneva la legalizzazione delle droghe in generale. "Il proibizionismo sulle droghe altro non è che un aiuto statale ai cartelli criminali", spiegava l'economista alla Neue Zuercher Zeitung negli anni novanta. L'iniziativa californiana non si spinge a tanto: riguarda solo la cannabis; prevede l'età minima di 21 anni; le imposte dovrebbero finanziare il sistema sanitario e l'informazione; toccherebbe ai Comuni autorizzare i coffee shop.
Al di qua dell'Atlantico ci sono già esperienze di questo tipo; in Olanda i coffee shop hanno una trentina d'anni. A fine mese, su Amsterdam Law Forum della Vrijen Universiteit apparirà un articolo di Martijn Boermans che approfondisce gli aspetti economici della legalizzazione della cannabis. Accanto alle entrate fiscali, Boermans vede un altro vantaggio: la legalizzazione tiene separato il mercato delle droghe. "Lo spacciatore non vende solo droghe leggere, ma anche pesanti". In Olanda il consumo legale di cannabis ha fatto diminuire l'uso delle droghe pesanti. Una conferma viene dall'Osservatorio europeo sulle droghe, che segnala un numero di morti per droga decisamente inferiore alla media europea. Va detto però che i giovani olandesi assumono più spesso ecstasy ed allucinogeni dei loro coetanei dei Paesi vicini. Tornando alle imposte, il ministero delle Finanze parla di entrate per 450 milioni di euro all'anno, grazie anche al contributo dei turisti stranieri cui si attribuisce uno spinello su due.
In Germania la legalizzazione della cannabis farebbe incassare al Fisco 900 milioni di euro all'anno, indicano le stime di suddeutsche.de: il doppio dello spumante. Ma anche qui è difficile dire quanto rimarrebbe allo Stato una volta dedotte le spese per il controllo, la prevenzione e la sanità. Ci sarebbe però da calcolare anche l'Iva e le imposte generate dai nuovi posti di lavoro nei coffee shop. Però al ministero delle Finanze tedesco tutto il ragionamento appare una sciocchezza. Un suo portavoce spiega che la legalizzazione riguarda la politica sanitaria e giudiziaria, e ben poco il fisco. "Gli aspetti fiscali non hanno nessun ruolo".

FONTE: http://droghe.aduc.it/articolo/legalizzare+cannabis+aspetti+economici_18242.php